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ANCI – CONAU: un Accordo per promuovere raccolta e recupero di abiti usati
» 07.03.2012
Sostenere lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili e degli abiti usati in Italia, con evidenti vantaggi in termini ambientali, economici e sociali per la collettività, riducendo i costi sostenuti dai Comuni.
E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato stamane dall’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italia e dal CONAU, il Consorzio Nazionale Abiti e Accessori Usati che aderisce all’Unione Imprese di Recupero di FISE/Confindustria.
In diversi contesti territoriali italiani la raccolta urbana della frazione tessile risulta ancora oggi non adeguata rispetto ai prefissati obiettivi complessivi di raccolta differenziata, ammontando complessivamente a soli 1,3 Kg/abitante/anno pari a 80.000 tonnellate: 0,24% sul totale dei rifiuti solidi urbani e fino all’1% della frazione secca.
Grazie a questo accordo, si stima, che il dato potrebbe arrivare a triplicare e raggiungere presto i 3-5 kg/abitante/anno, pari a circa 240.000 tonnellate complessive.
L’intesa firmata oggi, che è corredata da un apposito modello di convenzione operativa con il relativo allegato tecnico, fissa i requisiti ottimali per lo svolgimento del servizio di raccolta e recupero dei rifiuti tessili che gli operatori devono offrire ai comuni: sono indicati gli standard qualitativi, la tipologia di cassonetti, le frequenze della raccolta, le caratteristiche degli impianti di trattamento, ecc.. Ciò al fine di assicurare una maggiore omogeneità sul territorio nazionale delle condizioni di raccolta, migliorando rese e qualità dei materiali da avviare a recupero. L’accordo indica anche le modalità per la corretta gestione dei rifiuti tessili da parte di operatori autorizzati che aderiranno, i quali assicureranno anche la tracciabilità dei rifiuti avviati verso l’effettivo recupero.
Diversi sono i vantaggi che potranno derivare dall’attuazione dell’Accordo. In primo luogo i Comuni potranno disporre di un servizio di raccolta della frazione tessile senza oneri per le casse comunali, organizzato secondo standard di efficienza, che porterà all’aumento della quantità di rifiuti tessili destinati al recupero, con conseguente riduzione del costo di smaltimento in discarica sostenuto dal Comune e, quindi dai cittadini. In aggiunta, ove pattuito, al Comune potrà essere riconosciuto dall’azienda che svolgerà il servizio un contributo in relazione al valore di mercato dei materiali recuperati, che l’Ente potrà destinare, ad esempio, a campagne di comunicazione e sensibilizzazione della cittadinanza alle raccolte differenziate.
Grazie a questo servizio i Comuni, inoltre, potranno avvicinarsi agli obiettivi fissati dal Testo Unico Ambientale in tema di raccolta differenziata (entro fine 2012 deve essere raggiunto il 65%) e di effettivo riciclo dei rifiuti domestici (entro il 2020 dovrà essere pari al 50%).
“E’ questo un ulteriore strumento che l’ANCI ha voluto mettere a disposizione dei Comuni per promuovere la corretta raccolta differenziata e massimizzare sia dal punto di vista della quantità che della qualità i rifiuti da avviare a recupero, sottraendoli allo smaltimento finale, con evidenti vantaggi ambientali ed anche in termini di riduzione dei costi di gestione complessivi". E’ quanto afferma Filippo Bernocchi, delegato ANCI alle politiche dell’energia e dei rifiuti. “Ci auguriamo che dopo imballaggi, rifiuti elettronici ed abiti usati, sia possibile proseguire con il medesimo approccio anche con altre particolari categorie di rifiuti, che presentano anche caratteristiche di pericolosità, quali le pile e le batterie, così da rispondere pienamente al dettato normativo europeo e nazionale”.
“L’accordo siglato oggi”, dichiara Edoardo Amerini, Presidente del Conau, “ha anche una forte valenza sociale in quanto le attività di raccolta previste dall’intesa vengono, in misura significativa, svolte grazie alla collaborazione di enti non profit (ad esempio la Caritas) che offrono possibilità di occupazione e reinserimento sociale a persone con disagi/svantaggi sociali; una parte degli abiti raccolti e considerati riutilizzabili viene donata a famiglie indigenti, mentre una parte di quanto ricavato economicamente viene impiegata da questi enti per sostenere le proprie iniziative benefiche”.
La convenzione riguarda al momento le aziende associate al CONAU, ma è aperta a tutti gli operatori del settore che garantiranno i medesimi standard definiti nel protocollo d’intesa.
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