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Rifiuti: crescono raccolta e gestione degli pneumatici fuori uso.

» 06.10.2015

Nel 2015 oltre 325.000 tonnellate di pneumatici fuori uso sono state raccolte in Italia. Di queste il 45% viene avviato a riciclo, mentre il 55% segue la strada del recupero energetico. Dopo una fase di strutturazione, il settore può oggi consolidarsi come pilastro dell’economia circolare del nostro Paese. Per farlo occorre il decreto che disciplini il momento in cui il rifiuto, dopo il trattamento, diventa materia prima seconda; un maggiore coordinamento nella ricerca e sviluppo; il sostegno agli acquisti verdi pubblici e privati di prodotti riciclati; l’IVA agevolata per i prodotti realizzati con materiali riciclati (almeno nella fase di avvio del mercato)”.

Sono questi alcuni dei principali spunti emersi nel corso del convegno promosso oggi da UNIRIGOM (l’Unione Recuperatori Italiani della Gomma di FISE UNIRE/Confindustria), a Roma presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.

Secondo le ultime stime UNIRIGOM sulla base dei dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, lo scorso anno sono state raccolte 325.096 tonnellate (erano 316.638 nel 2013) di pneumatici fuori uso, delle quali 146.752 (il 45%) sono state riciclate, mentre 178.344 (il 55%) recuperate energeticamente.

Destinazione dei PFU (t) - 2013/ STIME 2014

 

2013

2014

 

Recupero di materia

136.014

146.752

45%

Recupero energetico

180.623

178.344

55%

Totale

316.638

325.096

 

A quattro anni dall’entrata in vigore del Decreto Ministeriale (82/11) che ha per la prima volta regolamentato e strutturato il settore, oggi le attività di raccolta e smaltimento, gestite dai Consorzi dei produttori/importatori, stanno offrendo ottime performance, garantendo anche lo smaltimento degli stock di pneumatici fuori uso per anni accatastati irregolarmente in alcune aree del nostro Paese.

A fronte di un processo di strutturazione delle attività di raccolta e gestione ormai maturo, manca un’adeguata disciplina normativa che tenga conto anche dei progressi tecnologici degli ultimi anni e dei possibili e variegati impieghi dei materiali riciclati.

Oggi il settore deve compiere un ulteriore salto di maturità, evidenzia il Presidente UNIRIGOMAndrea Fluttero, “focalizzandosi su due obiettivi: da una parte, privilegiare la crescita della percentuale di riciclo di materiale a scapito della quota destinata al recupero energetico, come ci viene richiesto anche a livello europeo dalla gerarchia della gestione dei rifiuti; dall’altra, c’è la necessità di ridurre le esportazioni di questi materiali per evitare che tali flussi vengano portati all’estero (soprattutto Corea e Cina) senza alcun trattamento o con trattamenti solo grossolani, sottraendo quantitativi importanti all’industria del riciclo e ai settori produttivi nazionali”.

Il settore”, conclude Fluttero, “attende il decreto che disciplini il delicato momento del passaggio da rifiuto a End Of Waste (quando il granulo/polverino di gomma-rifiuto cessa di essere tale e diventa materia prima seconda) tramite una normativa chiara, omogenea, basata su standard adeguati e riconosciuti. Per raggiungere tutti questi obiettivi e confermarsi elemento importante dell’economia circolare nel nostro Paese, è necessario che tutti gli attori della filiera (aziende, consorzi, enti di ricerca e istituzioni) facciano squadra”.

L’obiettivo dell’inversione tra la percentuale di riciclo e quella di recupero energetico già dal prossimo anno consentirebbe un bilancio ambientale pù efficiente, evitando il consumo di materie prime vergini grazie all’apporto di quelle riciclate.

Proprio il mercato dei materiali derivanti dal riciclo degli pneumatici fuori uso oggi appare ancora giovane e non adeguatamente supportato: in passato alcuni settori di impiego (vedi le superfici sportive e i campi di calcio) hanno dovuto scontare il freno generato da comunicazioni allarmistiche prive del necessario fondamento scientifico, in altri (asfalti realizzati con l’impiego di PFU), invece, continuano le positive sperimentazioni su tratte di strada, ma si fatica a far diventare di uso comune una tecnica  che trova una diffusione ben maggiore in America e in altri Paesi Europei.

Alcuni strumenti potrebbero supportare lo sviluppo e la maggiore diffusione di questi impieghi e la valorizzazione delle attività di riciclo, su tutti l’implementazione del Green Public Procurement, ovvero l’obbligo per le PA di utilizzare una quota di materiali riciclati, e l’imposizione di un’IVA agevolata per i prodotti con materiale riciclato, almeno nella fase di avvio del mercato.

Dal riciclo degli pneumatici fuori uso oggi si ottiene principalmente gomma vulcanizzata (72,4% del recupero di materia) da impiegare in diversi campi, ma anche acciaio (20,3%) e materiale tessile (7,3%).


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