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Herambiente: a Pozzilli al via il biomonitoraggio delle api
Ha preso il via a Pozzilli il progetto di biomonitoraggio “Capiamo”, promosso dal Gruppo Hera, con l’obiettivo di studiare il comportamento delle api come indicatori efficaci per valutare lo stato di qualità dell’ambiente nella zona circostante il termovalorizzatore.
In particolare, sono tre gli alveari installati la scorsa primavera all’interno del perimetro dell’impianto e l’area monitorata dal progetto è la zona est della Piana di Venafro, tra i monti della Meta e quelli del Matese, dove, oltre al termovalorizzatore, sono presenti industrie del settore chimico, aziende sanitarie private, cantieri edili abbandonati e piccoli centri agricoli abitati.
I progetti di biomonitoraggio come quello avviato dalla multiutility a Pozzilli utilizzano organismi definiti markers, in questo caso le api, che sono altamente sensibili ai cambiamenti ambientali causati da agenti inquinantie quindi in grado di segnalare precocemente l'insorgenza di squilibri per la biodiversità, per l'ecosistema e per la salute umana, permettendo così dipianificare tempestivamente azioni correttive. Questo progetto si integra al piano di monitoraggio ambientale costantemente in essere sull’impianto e presenta molteplici elementi di valore, sia dal punto di vista scientifico, perché indaga lo stato di qualità dell’ambiente studiando le api e i loro prodotti, sia da quello ambientale, perché contribuisce al popolamento del territorio con questi insetti che hanno un ruolo molto importante nello sviluppo della biodiversità e nell’equilibrio ecologico.
Le api come sentinelle che segnalano precocemente l’insorgenza di squilibri ambientali
Le api hanno delle caratteristiche particolarmente adatte per il biomonitoraggio. Prima di tutto sono insetti sociali, che vivono in colonie numerose e facili da allevare. Inoltre, il corpo coperto di peli e la regolare attività di bottinamento, cioè la raccolta di nettare e polline, consentono alle singole colonie di svolgere circa 10.000 prelievi giornalieri da aria, acqua e suolo con cui entrano in contatto. Da considerare che la singola ape, nel corso delle sue migrazioni giornaliere, si muove normalmente su un'area di 7 km2. Le sostanze presenti nell’ambiente si accumulano quindi all’interno dell’alveare, sulle api e sui loro prodotti, miele, propoli, cera, polline e pappa reale, rendendo facile e veloce il recupero di campioni altamente rappresentativi da analizzare. L’ape come bioindicatore offre molte informazioni utili sia a breve che a lungo termine: il miele, ad esempio, permette di valutare l'inquinamento nel breve periodo, in quanto costituisce il primo prodotto in cui possono accumularsi i contaminanti; la cera, invece, consente di valutare i livelli di inquinamento a lungo termine, in quanto per la sua natura lipidica può assorbire e trattenere i contaminanti non volatili, lipofili e persistenti.
Le analisi effettuate sugli alveari installati al termovalorizzatore
Il progetto “Capiamo” di Herambiente prevededue campagne di campionamento e analisi all'anno sulla popolazione delle api dei tre alveari localizzati presso il termovalorizzatore e suoi loro prodotti, oltre a controlli medico veterinari per verificare la salute e la produttività delle api, limitare i fenomeni di sciamatura, posizionare e rimuovere i melari. I campioni raccolti dagli alveari (api, miele e cera) saranno sottoposti ad analisi chimiche presso laboratori accreditati e con metodi certificati. Le informazioni ottenute permetteranno di conoscere e quantificare gli eventuali effetti dell'impatto delle attività dell’uomo sull'ambiente.Iprimi risultati ottenuti fino a ora, che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti, mostrano uno stato di qualità ambientale complessivamente buono.
“Nel corso della prima fase di campionamento e analisi effettuata, non sono emerse criticità – spiega la Dott.ssa Serena M.R. Tulini, medico veterinario specializzato in Farmacologia e Tossicologia Veterinaria, con esperienza nel campo dei biomonitoraggi, in particolare delle api, che ha sviluppato il progetto per Herambiente -. Per quanto riguarda gli anioni (cloruri, solfati e nitrati), la loro presenza nel miele raccolto all’impianto è in linea con i valori medi dei mieli di origine italiana. E’ stata riscontrata la sostanziale assenza di diossine, Pcb e pesticidi, mentre le analisi sugli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), che hanno come principale fonte la combustione di carburanti fossili, l’incenerimento dei rifiuti, la produzione di energia o di asfalto e prodotti chimici, mostrano una condizione ambientale a cui contribuiscono più sorgenti emissive come traffico, industria, riscaldamento domestico a biomasse, ecc, tipiche dell’antropizzazione del territorio senza che si evidenzi un’incidenza significativa da parte del termovalorizzatore. Anche i metalli presenti sono riconducibili alla presenza di cantieri edili abbandonati, industrie e infrastrutture”.
“Il progetto è appena iniziato e, all’insegna della più ampia trasparenza, la nostra volontà è di dare la massima divulgazione ai risultati man mano che procederà – commenta Andrea Ramonda, Amministratore Delegato di Herambiente -. Tutti gli studi effettuati fino a ora, l’ultimo dei quali durato due anni, dimostrano inequivocabilmente con evidenze scientifiche che l’impianto è sicuro e controllato, tanto da non produrre alcun pregiudizio sulla qualità dell’aria e dell’ambiente. Questo biomonitoraggio vuole essere una ulteriore garanzia a beneficio e tutela della comunità e del territorio che ospitano l’impianto.E’ un progetto importante che si sposa perfettamente con i valori della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente su cui si fonda anche l’operato di Herambiente e prossimamente lo attiveremo anche su altri territori dove sono presenti impianti del Gruppo. Considerando l’esperienza che si sta sviluppando e maturata oggi da numerosi scienziati, l’apicoltura è senza dubbio interessante per valutare gli impatti delle attività sull’ambiente. In questo caso, più che mai, possiamo parlare delle api come di vere e proprie sentinelle dell’ambiente”.
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